La creatività è problem setting? La produttività è problem solving? Creare è solo inventare o è anche produrre? La creatività è una qualità innata o una capacità che si può stimolare e migliorare?
L’artista può essere artista di feeling e artista di ricerca. L’artista di feeling deve esprimersi con calore, deve comunicare le sue emozioni. Esprime il suo disagio come atto simbolico (l’opera) senza arrivare alla formulazione di un problema. L’artista di ricerca deve esplorare territori nuovi, cercare di sviluppare il linguaggio che usa. Questo tipo di artista pone problemi. La stessa cosa fa un architetto. L’artigiano o il tecnico risolve problemi.
Il settore ricerca e sviluppo pone problemi. Il settore produzione risolve problemi.
La creatività è combinazione di fantasia e concretezza. La fantasia serve per alzarsi in volo, la concretezza per tornare a terra.
Il problem solving può stimolare la creatività, o servirsene per cercare soluzioni inconsuete. Lo slancio creativo va sempre combinato con il metodo. Il pensiero analogico, che opera per somiglianze, per confronti spesso improbabili, ma fruttuosi di nuove prospettive, va combinato col pensiero sistemico, che opera per larghe sintesi, e aiuta ad orientarsi in situazioni molto complesse e ricche di dati.
A destra, una foto “creativa” di Man Ray: Le violon d’Ingres, del 1924. Le tecniche creative sono l’imitazione delle bagnanti di Ingres, al tempo stesso citazione e estraniazione (spostare il soggetto in altro contesto, dargli un’altra identità, da donna a violino), l’analogia fra le curve dei fianchi femminili e quelle della cassa di un violino, la sineddoche (i particolari delle due effe del violino, a evocare il violino intero). Può darsi che l’artista non abbia pensato a tutto ciò e abbia lavorato di getto, ma i surrealisti usavano metodicamente queste tecniche, che possiamo usare anche noi per far fiorire le nostre idee anche se non siamo Man Ray.